ANIMALISTI ALLO SPECCHIO


Siamo tutti animalisti, oggi. Vogliamo la natura, sì, sotto i nostri piedi però: guai se lei ci calpesta! Guai a chi non la pensa come noi, li calpestiamo! Guerra ai guerrafondai! E così ne facciamo una in più. Ma a proposito di animali, perché ne difendiamo alcuni e altri no? I cani, sì, vada anche per i gatti; ma le formiche, le zanzare e le mosche, perché non meritano altrettanta dignità? Perché non teniamo anche le pantegane come amiche, e non diciamo nulla contro la derattizzazione? Facendo la distinzione tra uni e altri, quelli nostri amici e quelli non degni delle nostre considerazioni, non difesi da nessuna delle nostre associazioni animaliste, forse ci accorgiamo del vero perché. Del perché amiamo cani e gatti e simili, e non altri. Perché difendiamo alla fin fine solo il nostro io, il nostro piacere di averli alla nostra mercè, di farli schiavi delle nostre libere passeggiate, di avere la coscienza a posto in quanto non difendendo più i diritti umani di tutti noi, ci illudiamo difendendo a spada tratta il nostro diritto su alcuni di loro. Ma quando ci ergiamo a difensori, non ci ricordiamo più del detto: la prima gallina che canta ha fatto l'uovo? Come a dirci che i primi in colpa siamo noi, siamo noi animalisti i primi stupratori degli animali, per la nostra misera gloria di passaggio, proprio come ricorda il canto della gallina.
 
 

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